I delfini, le balene, le tartarughe e l’inquinamento
In questo momento esistono due tipi di categorie di microplastica: la primaria che è prodotta direttamente dall’uomo, soprattutto dalle industrie cosmetiche e da altri processi industriali; la secondaria quale risultato della frammentazione di oggetti di più grandi porzioni.
Le microplastiche subdolamente non inquinano solo il luogo in cui vengono rilasciate ma, "grazie" alle correnti, si muovono e possono arrivare a creare delle vere e proprie isole di plastica a chilometri e chilometri di distanza.
Lo sversamento delle plastiche nei mari è in grande aumento. E’ stato stimato che durante l’anno 2014 i pescatori a traino recuperavano circa 1 Kg di plastica ogni 5Kg di pesce. E’ chiaro che se nulla cambia, rischiamo anche di peggiorare la situazione.
Sono innocue queste sostanze liberate nei mari? Tutt’altro costituiscono un diabolico, reale pericolo:il primo l’ingestione come nel caso più noto per le tartarughe in particolare la Caretta Caretta che nutrendosi di meduse va a cibarsi di sacchetti di plastica. Un’altra conseguenza è l’intrappolamento ovvero la morte di creature marine rimaste imprigionate nei residui di sacchetti o di reti, da ultima l’alterazione dell’habitat: tramite questi detriti infatti vengono trasportate specie aliene che danneggiano anche la natura indigena trasformandola radicalmente.