Semi di Lampedusa

Non esistono parole, immagini che possano descrivere le sensazioni provate in questi giorni, non ci sono modi con i quali io possa far capire cosa ho sentito. Ho percepito un'immensa, infinita umanità, ho letto negli occhi della gente disperazione e speranza, occhi in cerca di conforto, corpi bisognosi di un abbraccio, menti in necessità di parole. Non mi ero mai sentita cosi umana, cosi viva, un essere incapace di esprimere se stesso senza gli altri, ho immaginato la vita di persone che non conoscevo, erano specchi nei quali mi sono riflessa in cui ho letto me stessa; mi sono sentita connessa: una rete invisibile univa tutti quanti, una rete umana toccava i nostri cuori, eravamo tutti uguali di fronte a quelle emozioni. Qualcosa in me è cambiato in modo irreversibile, ho avuto modo di riflettere, riflettere veramente, di conoscere e di dare voce a chi la voce non ce la può mettere, ho ascoltato nomi, ho visto i volti, ho assitito a testimonianze; non è più un fenomeno presente solo al telegiornale o nei notiziari, è reale è vivido, ci riguarda, ci rispecchia, ci chiama a essere presenti, a dare sostegno, a divulgare, ci chiama ad essere umani. Mi rivolgo ai giovani, a noi sulla quale ripongono cosi tanta fiducia e speranza, ci dicono che siamo il futuro e che tutto dipenderà da noi, siamo responsabili degli altri e di noi stessi, della nostra terra, abbiamo il compito di risolvere problemi e affrontare situazioni che non abbiamo causato noi, il futuro non ci è stato garantito, le generazioni passate hanno sfruttato e consumato tutto, ponendoci nelle mani l'incertezza di sogni e obiettivi. Il futuro è incerto ma la nostra umanità deve permanere e rimbombare forte nei nostri cuori, si deve far sentire perché è tutto ciò che ci rende vivi. Quello in cui credo è una società che possa e soprattutto che voglia accogliere persone provenienti da situazioni che non permettono di vivere degnamente, una società che si ricordi che soldi e potere ci hanno reso cinici, delle macchine senza cuore, io credo che se tutti vedessimo ciò che accade con occhi umani e non ci limitassimo a guardare da lontano realtà che non ci toccano direttamente, riusciremmo ad affrontare fenomeni come quello dell'immigrazione che da sempre esistono e per sempre esisteranno. Quelli a Lampedusa sono stati giorni intensi, giorni che non scorderò mai, giomi in cui ho riso, pianto, ascoltato, riflettuto, giorni in cui ho capito che l'ignoranza si può abbattere sapendo davvero e vedendo quello che succede dall'altro lato, dal lato che tanto ci sembra lontano e distante, ma che ci riguarda più di qualsiasi altra cosa. Abbiamo perso quel senso di tolleranza che ci caratterizzava quando eravamo bambini, non siamo più in grado di accettare e accogliere chi è diverso, non vediamo oltre uno strato di pelle, uno strato sociale, siamo vittime dell'apparenza e dei canoni, ci dimentichiamo che sotto a un corpo, a una religione, a una lingua, c'è un anima, l'unico metro di giudizio che dovremmo avere si basa su quest'ultima, l'unica vera cosa che ci accomuna e ci rende esseri umani. Mi rivolgo ai miei coetanei e non solo, impegnamoci affinché il diverso non rimanga un ostacolo da superare ma divenga un'opportunità da accogliere.

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